Chi siamo

Per la formazione della “Tendenza A” di Sinistra Anticapitalista
I sottoscritti componenti della Direzione nazionale di Sinistra Anticapitalista dichiarano quanto segue.
A distanza di sei mesi dal terzo congresso consideriamo che sostanzialmente tutti i punti, che nel corso di quel dibattito avevamo segnalato come importanti elementi di dissenso, sono rimasti irrisolti e in alcuni casi le ragioni del nostro disaccordo si sono aggravate.
Si continua ad evitare accuratamente ogni valutazione obiettiva sullo stato dell’organizzazione e sulle sue prospettive di costruzione, proseguendo in una pratica routinaria, conservativa e continuista priva di ogni obiettivo politico;
Non si promuove nessuna iniziativa forte per dare un minimo rilancio alla motivazione, alla partecipazione e alla militanza delle iscritte e degli iscritti;
La struttura organizzativa è rimasta assolutamente identica a quella definita al momento della nostra uscita dal PRC, nonostante la scissione e la significativa diminuzione del numero delle/gli iscritte/i. Le modalità della raccolta di adesioni (tesseramento) resta quella indifferenziata e con obiettivi puramente numerici e quantitativi ereditata dal PRC, come se Sinistra Anticapitalista fosse, anche solo potenzialmente un “partito di massa”.
La peraltro tardiva ricostruzione delle commissioni di lavoro non ha comportato alcuna modifica alle modalità con le quali si richiede la partecipazione e la militanza delle/degli aderenti che continuano ad essere visti/e come soggetti passivi al massimo esecutori di scelte assunte in sedi decisionali sempre più ristrette;
La patente incapacità dell’organizzazione di affrontare un vero dibattito pluralista non solo non è stata affrontata e contrastata dal gruppo dirigente, ma anzi è stata coltivata e sollecitata come unico sostanziale strumento di difesa dalle argomentazioni critiche della minoranza, alle quali non si è mai risposto sul terreno delle argomentazioni e della politica. La testimonianza più stridente di questa scelta si è potuta esprimere sulla vicenda del dibattito tra le compagne;
Quanto alla linea politica, che ha da tempo ampiamente dimostrato la sua incapacità di far uscire Sinistra Anticapitalista dalla sua totale irrilevanza, essa è rimasta assolutamente immutata. Anzi, dobbiamo affermare che alcuni degli elementi di nostro dissenso si sono se possibile aggravati:
sul piano sindacale non si percepisce alcuna riflessione sulla progressiva marginalità della nostra azione nella Cgil, nonostante la straordinaria occasione offerta dalla lotta della GKN. Continua a non essere fatta nessuna seria analisi sull’ulteriore involuzione della Cgil e di tutte le sue federazioni di categoria, né alcuna attenta valutazione sugli spazi per un’azione di opposizione interna. Alle difficoltà crescenti si risponde con un’apertura di credito e con proposte di azione comune verso la “sinistra della maggioranza” (cioè la componente “Democrazia e Lavoro” dalla quale ci eravamo separati più di 15 anni fa proprio in forza del loro allineamento con il gruppo dirigente burocratico). Resta intatta la nostra completa e rivendicata estraneità alla complessa e difficile ma fondamentale discussione in corso nel sindacalismo “conflittuale”. Tutto ciò in un contesto nel quale lo sciopero del 16 dicembre non ha evidentemente in nessun modo rimesso in discussione la linea totalmente subalterna al governo della Cgil e del resto del sindacato tradizionale (come testimonia la sottoscrizione dei primi accordi contrattuali nel pubblico impiego), mentre la linea landiniana fa sempre più acqua anche nella gestione della “limitazione del danno” (vedi ad esempio l’aggiornamento dei piani sanitari del regolamento del fondo Metasalute);
sul piano politico si arriva a pretendere di rilanciare l’impotente ipotesi del “Forum della sinistra politica e sociale” che era sembrato abbandonata o perlomeno accantonata nel corso dell’ultimo congresso (cosa che ci aveva spinto a non votare contro la risoluzione finale), un’ipotesi che appare per di più a rimorchio di gruppi dirigenti compromessi e screditati come quelli della “Società della Cura” o del cosiddetto “Forum della Convergenza dei Movimenti”, gruppi dirigenti composti peraltro anche da personaggi con cui più di 15 anni fa avemmo a che polemizzare aspramente per le responsabilità che allora si assunsero nell’asservimento del “movimento dei movimenti” alla linea bertinottiana dell’alleanza con il centrosinistra.
si continua a non agire per far risaltare a livello politico le profonde divergenze politiche e strategiche che ci differenziano da quella che viene definita la “sinistra radicale” e in particolare dal PRC di Acerbo e Ferrero. Quelle differenze strategiche dovrebbero comportare anche una profonda differenza nell’azione e nell’iniziativa, mentre la nostra principale e per certi versi unica caratterizzazione politica resta quella di essere il pungolo verso “l’azione unitaria” (soprattutto sul piano elettorale).
Per tutti questi motivi, le compagne e i compagni che sottoscrivono questa dichiarazione costituiscono a livello nazionale una tendenza ai sensi dell’art. 4 dello Statuto e chiamano tutte/i le iscritte e gli iscritti che condividono le linee essenziali della presente dichiarazione e gli assi del documento congressuale emendato dai 4 emendamenti a suo tempo proposti ad aderire alla “Tendenza A di Sinistra Anticapitalista”, segnalando la propria adesione alla mail tendenza.a.sinanti@gmail.com.
La battaglia degli emendamenti per il terzo congresso, oltre che ad introdurre elementi di riflessione e di correzione della linea politica dell’organizzazione, puntava anche a contrastare la “scissione silenziosa” e la relativa dispersione di energie che negli ultimi tempi avevano messo in pratica numerose/i iscritte/i e anche non pochi quadri, scoraggiate/i e demotivate/i dal conservatorismo e dalla insensibilità della direzione. E puntava dunque a indicare loro anche una prospettiva di rimotivazione politica in una battaglia interna all’organizzazione in alternativa al loro disimpegno. Questa nostra battaglia, assolutamente non frazionistica e leale, anche dopo la conclusione del congresso, è stata deliberatamente osteggiata dal gruppo dirigente di maggioranza, azzerando ogni spazio di dibattito e continuando ad ignorare totalmente le nostre argomentazioni. Anche per questo, e per contrastare ulteriori fenomeni di diaspora, siamo costretti a dichiarare la costruzione della Tendenza A di Sinistra Anticapitalista.

Fabrizio Burattini, Igor Zecchini

La presente dichiarazione di tendenza fa proprie anche le linee generali dei seguenti documenti:
Le tesi del III Congresso emendate dai quattro emendamenti presentati
La Dichiarazione sottoscritta dalle/dagli stessi membri del CPN presentata il 21 novembre 2021
La Dichiarazione fatta pervenire il 27 novembre al CPN in risposta all’OdG approvato sull’assenza dalla riunione delle/dei compagne/i emendatarie/i