Gran Bretagna, grande sciopero dei ferrovieri

Il logo della campagna del RMT

Il sindacato britannico RMT (in esteso National Union of Rail, Maritime and Transport Workers, sindacato nazionale dei lavoratori ferroviari, marittimi e dei trasporti) ha inizia oggi il primo di tre scioperi ferroviari nazionali di un giorno (previsti per oggi 21 e per il 23 e il 25 giugno) e uno sciopero di un giorno nella metropolitana di Londra: è stato il più grande sciopero ferroviario degli ultimi 30 anni. Le lavoratrici e i lavoratosi dell’RMT stanno affrontando un attacco senza precedenti ai propri posti di lavoro, ai propri salari e alle proprie condizioni di vita.

Sabato 18 giugno, 50.000 persone hanno partecipato a Londra alla manifestazione nazionale del TUC (Trade Union Congress) contro l’enorme aumento del costo della vita. La manifestazione è stata molto tesa e i partecipanti gridavano la loro rabbia nei confronti dei datori di lavoro e del governo conservatore di Boris Johnson.

Alla manifestazione hanno partecipato tra gli altri migliaia di ferrovieri che, attraverso il sindacato RMT, avevano già indetto tre giorni di sciopero (appunto il 21, 23 e 25 giugno).

Il sistema ferroviario privatizzato è stato oggetto di profitti da parte degli azionisti che hanno ricevuto un miliardo di sterline tra il 2013 e il 2019. Nel solo 2021, gli operatori ferroviari e degli autobus hanno annunciato un dividendo di 500 milioni di sterline per gli azionisti – e si sono vantati di averne altri in arrivo – dopo aver ricevuto sussidi extra dal governo per gestire i servizi durante il blocco della pandemia. Inoltre il prezzo dei biglietti di viaggio continuano a crescere.

Il governo, inoltre, sta tagliando 4 miliardi di sterline di finanziamenti per i sistemi di trasporto – 2 miliardi di sterline dalle ferrovie nazionali e 2 miliardi di sterline ai trasporti londinesi.

Durante la manifestazione del 18 giugno, la RMT ha dichiarato: “Facciamo appello all’intero movimento sindacale e ai lavoratori affinché si mobilitino a favore della RMT e dei nostri membri in questa lotta. L’RMT sosterrà tutti i gruppi di lavoratori che si organizzano e lottano per questi obiettivi e chiediamo campagne congiunte e azioni coordinate per ottenere un accordo migliore per i lavoratori e una società più giusta”.

Con i tre giorni di sciopero l’RMT rivendica:

  1. Aumenti salariali in linea con l’inflazione
  2. Nessun licenziamento
  3. Nessun attacco alle tutele e alle condizioni di lavoro e di vita

Ed è solo l’inizio: il governo conservatore sembra felice di questo aumento del costo della vita, di lasciare che l’inflazione divori i salari e il potere d’acquisto di tutte le categorie di lavoratori. Il governo, invece di fare fronte alle conseguenze dell’aumento dell’inflazione, chiede il contenimento dei salari.

Lo sciopero dei ferrovieri e degli altri addetti ai trasporti, organizzati in un sindacato che conserva, nonostante decenni di liberalismo, una fortissima impronta classista, sembra voler innescare una prova di forza contro il governo e le sue politiche ultraliberali, quasi un po’ come a voler riscattare la dura sconfitta del NUM (il sindacato dei minatori piegato nel 1985 dall’intransigenza neoliberista del governo di Margaret Thatcher).

E’ una prova di forza che interpella tutte e tutti, in primo luogo le organizzazioni sindacali che però qui in Italia sembrano in tutt’altre faccende affaccendate.

Come documentazione sul RMT pubblichiamo qui sotto un suo video di propaganda.