Primo Maggio in Palestina, un giorno per lottare contro l’apartheid israeliana

The Palestine New Federation of Trade Unions

Comunicato della Palestine New Federation of Trade Unions

Oggi, 1° maggio 2022, la Nuova Federazione Sindacale Palestinese si unisce ai popoli di tutto il mondo per celebrare la Giornata Internazionale dei Lavoratori. Il primo maggio arriva quest’anno mentre l’apartheid israeliana sta intensificando la violenza che ci sta infliggendo da più di sette decenni. Oggi sottolineiamo la nostra lotta comune e la solidarietà reciproca con le nostre sorelle e i nostri fratelli di tutto il mondo che stanno combattendo il capitalismo, il neoliberismo, il colonialismo, il patriarcato e il razzismo. Ribadiamo anche il nostro appello ai sindacati e alle persone di coscienza di tutto il mondo a rispondere alle richieste di liberazione dei palestinesi. E’ tempo di essere pienamente dalla parte giusta della storia e di chiedere conto a Israele dell’apartheid per i suoi crimini e per lo sfruttamento dei nostri lavoratori e delle nostre risorse che dura da decenni.

Attualmente, l’apartheid israeliana sta accelerando l’annessione di altre terre palestinesi e il saccheggio delle nostre risorse naturali in tutta la Palestina storica. Per reprimere la resistenza palestinese – risposta inevitabile ai suoi piani coloniali – Israele ha intensificato la violenza contro il nostro popolo e i nostri lavoratori. Decine di migliaia di palestinesi che sono costretti a lavorare per le aziende israeliane stanno sopportando il peso dell’escalation di violenza di Israele dall’inizio di aprile 2022. Nelle ultime settimane, la Cisgiordania occupata è stata messa sotto chiusura israeliana come misura di punizione collettiva. I lavoratori che hanno cercato di raggiungere i loro posti di lavoro sono stati colpiti, arrestati, picchiati e umiliati dall’occupazione israeliana. Il 12 aprile, Abdallah Srour, 37 anni, un lavoratore di Hebron, è stato ucciso dalla polizia israeliana nel suo posto di lavoro ad Ashkelon. Egli è tra gli oltre 25 palestinesi assassinati dall’occupazione israeliana in meno di un mese.

Il distretto di Jenin, che è il capro espiatorio di Israele per sottolineare il suo potere onnipotente sul popolo palestinese, è stato messo sotto assedio economico israeliano in aprile. Creando più posti di blocco militari, le autorità d’occupazione israeliane hanno limitato il movimento delle persone e dei lavoratori da e verso Jenin.

Mentre i datori di lavoro israeliani trattano in modo disumano più di 130.000 lavoratori palestinesi negando loro i diritti del lavoro, le forze di occupazione israeliane e i coloni conducono una guerra contro gli agricoltori palestinesi. Bloccare l’accesso degli agricoltori alle loro terre, sradicare i loro raccolti, aggredirli e confiscare le loro proprietà sono tutte misure che mirano a distruggere il nostro settore agricolo, principale fonte di reddito per molti palestinesi. Questo permette solo all’Israele dell’apartheid di consolidare l’economia del suo sistema di apartheid, riducendo i palestinesi a lavoratori salariati a basso costo.

Decine di migliaia di palestinesi nella Striscia di Gaza vivono questa giornata, nata all’interno della storica lotta per ottenere condizioni di lavoro eque e migliori per vivere una vita dignitosa, mentre sono disoccupati senza alcuna fonte di reddito. Anni di assedio disumano sulla Striscia di Gaza dal 2007, accompagnati da continue aggressioni brutali, hanno portato alla distruzione della maggior parte dei settori economici. Secondo l’Ufficio centrale palestinese di statistica, nel 2021, il tasso di disoccupazione nella Striscia di Gaza ha raggiunto il 47%.

A livello internazionale, Israele finanzia il suo regime di apartheid che soggioga il nostro popolo inondando i mercati mondiali con i prodotti degli insediamenti illegali. Le multinazionali israeliane esportano le politiche neoliberali nel Sud del mondo per rastrellare i profitti sulle spalle dei lavoratori. L’agribusiness israeliano, insieme alle compagnie militari e di spionaggio che vendono armi e tecnologie di sorveglianza ai governi autoritari del Sud del mondo, perpetuano solo le eredità del colonialismo.

Il modello israeliano di neoliberismo, colonialismo e apartheid deve essere sfidato e rifiutato dai sindacati di tutto il mondo. I lavoratori della Clover in Sudafrica stanno attualmente dicendo ‘No’ a questo modello oppressivo continuando il loro sciopero a tempo indeterminato contro l’acquisizione della loro azienda da parte della CBC israeliana. Dalla Palestina, ribadiamo la nostra fraterna solidarietà con i lavoratori della Clover in sciopero da più di quattro mesi. I lavoratori della Clover e i sindacati che li guidano stanno mandando un chiaro messaggio al loro governo e al mondo che le aziende israeliane dell’apartheid non devono mai trarre profitto dal rapace sfruttamento dei lavoratori in Sudafrica – un paese con una lunga storia di resistenza all’apartheid.

Mentre lottiamo per porre fine allo sfruttamento disumano dei nostri lavoratori, che è parte della più ampia lotta per reclamare la nostra terra e le nostre risorse, il Primo Maggio, invitiamo:

  • I sindacati in Europa a sostenere l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE). L’ICE è un’iniziativa popolare che chiede una legge dell’UE per porre fine una volta per tutte al commercio con gli insediamenti israeliani illegali, una legge che si applicherà a qualunque territorio occupato.
  • I sindacati del Sud del mondo e oltre, per cacciare dai loro paesi le multinazionali israeliane dell’agroalimentare come Netafim e Mekorot, la compagnia nazionale israeliana dell’acqua. Queste aziende distruggono la vita degli agricoltori del Sud del mondo per finanziare la colonizzazione delle terre palestinesi.
  • I sindacati a livello globale ad appoggiare l’appello BDS per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni contro l’apartheid di Israele. Il BDS è un movimento guidato dai palestinesi per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza. Chiede a governi, sindacati, organizzazioni, aziende e persone a livello internazionale di porre fine alla complicità con l’apartheid israeliana.